- Architettura
- Scultura
- Pittura murale
- Ceramica
- Tessuti
Forma d’espressione sociale, politica e ideologica del popolo maya,
una delle culture più interessanti dell'America preispanica, manifestatasi
attraverso ogni possibile tecnica e materiale in un arco di tempo superiore
ai duemila anni. La cultura maya si sviluppò su un territorio molto
ampio che comprendeva la parte meridionale del Messico e della penisola
dello Yucatán, il Guatemala, il Belize e parte dell'Honduras e del
Salvador. Ad un periodo classico di massimo splendore (300-900 ca. d.C.)
fece seguito una crisi, che vide l'abbandono dei centri più importanti
e lo spostamento nelle regioni più a nord, nella penisola dello
Yucatán, in quello che è chiamato periodo postclassico (900-1500
ca. d.C.). L'architettura maya destò grande interesse in occidente
fin dal XVI secolo: le piramidi, i templi e i palazzi erano stati abbandonati
da tempo ma la selva e la mancanza d’informazioni funsero da stimolo importante
per i primi studiosi.
ARCHITETTURA
Gli architetti maya utilizzarono blocchi squadrati di pietra calcarea
per le parti di rivestimento e terra, pietrisco e lastre di pietra per
il riempimento dei nuclei e del basamento. Le architravi delle porte, i
rinforzi delle volte nonché le impalcature, le scale e i rulli che
servivano per l'esecuzione dei lavori erano di legno di mogano o di zapote.
La conquista tecnica più caratteristica fu la falsa volta, consistente
in due muri uniti nella parte superiore grazie all'avvicinamento progressivo
delle file di pietra. Lo stucco che veniva utilizzato per intonacare pavimenti,
pareti e sculture si otteneva mescolando la calce con l'acqua in una soluzione
di gomma vegetale.
Gli edifici si caratterizzavano per l'enorme spessore delle pareti
portanti e la relativa esiguità dei vani, scelta architettonica
obbligata, dovuta all'enorme peso delle volte e delle creste, ovvero i
muri di pietra innalzati sopra le volte. Gli stili più importanti
sono quello di Petén (Tikal, Uaxactún), quello della valle
di Motagua (Copán, Quiriguá); quello della regione d’Usumacinta
(Yaxchilán, Piedras Negras) al quale appartiene un'immensa acropoli
resa singolare dalle decorazioni in stucco, dagli ampi portici e dalle
figure delle facciate; quello della zona Puuc (Uxmal, Kabah, Sayil); quello
della regione Chenes (Hochob, Dzibilnocac) dove tutta la superficie delle
facciate è ornata di mascheroni di pietra e, infine, quello di Rio
Bec.
SCULTURA
Moltissime sono le opere scultoree che i maya realizzarono: altari,
steli, lapidi, architravi zoomorfe, tavoli, troni, stipiti, colonne. Caratteristiche
principali sono l'uso del rilievo, la monumentalità nello sviluppo
dei temi, l'utilizzazione del colore nelle rifiniture superficiali, la
dipendenza dall'ambito architettonico, la profusione di segni calligrafici
e ornamentali, la rilevanza delle linee curve e il carattere variopinto
e scenografico delle composizioni. Le steli commemorative sono lavori magnifici
tra i quali risaltano particolarmente gli esempi di Tikal, Copán,
Quiriguá y Cobán. I pannelli degli edifici di Palenque restano
la più alta espressione della scultura maya. Il palazzo, i templi
coperti d’iscrizioni, il Sol, la Cruz e la Cruz Foliada, costituiscono
uno dei migliori esempi della capacità umana di plasmare nella pietra
il proprio universo religioso.
PITTURA MURALE
Nonostante i resti sopravvissuti fino ai nostri giorni siano scarsi,
la pittura murale del periodo classico della cultura maya raggiunse una
grande perfezione tecnica e una qualità artistica di tutto rispetto,
grazie alla realizzazione di un difficile equilibrio tra il naturalismo
dei disegni e la convenzionale gravità dei temi raffigurati. Pur
non ricorrendo alla tecnica della prospettiva, i pittori murali maya seppero
creare l'illusione dello spazio. Per dare l'idea della prospettiva e del
volume, ricorrevano alla filettatura delle figure, all'accostamento del
colore e alla distribuzione dei motivi su differenti registri di fasce
orizzontali. Tra le pitture murali conservate, le più importanti
sono sicuramente quelle di Bonampak (Chiapas) dove i dipinti, che occupano
interamente le pareti di tre stanze di un edificio risalente al 790 d.C.,
narrano imprese belliche che includono le cerimonie preliminari alla battaglia
(prima stanza), la battaglia (seconda stanza) e il sacrificio finale (terza
stanza). Altri frammenti d’antiche pitture murali si possono osservare
ad Uaxactún, Palenque, Coba e Chichén Itzá.
CERAMICA E PIETRE PREZIOSE
In modo simile ai pittori murali che davano forma, nelle loro composizioni,
a scene di corte o mitologiche, i ceramisti maya riprodussero sulle loro
creazioni aspetti diversi di temi analoghi, specializzandosi particolarmente
nella produzione d’oggetti di ceramica policroma legati ai riti funebri.
I maya si dedicarono anche all'intaglio di pietre semipreziose come
la giada e l'ossidiana, realizzando oggetti di fattura pregevole. In particolare
le statuette a figure umane e le collane raggiunsero un grado di perfezione
tale da essere incluse nei corredi funebri delle tombe principesche.
TESSUTI E PIUMAGGI
Le immagini presenti su templi, edifici, pareti, steli ecc. riproducono
i manufatti in tessuto
o ricavati da piume, cui le condizioni estreme di calore e umidità
hanno impedito di sopravvivere fino ai nostri giorni. I re e i dignitari
appaiono, infatti, vestiti con gonnellini corti, camicie, cappe, tuniche
e mantelli fatti di cotone, pelle e fibre vegetali. L'arte della lavorazione
delle piume, inoltre, era molto fiorente anche perché gli artigiani
si tramandavano una tradizione molto ricca e potevano contare su un ambiente
naturale generoso di materia prima.
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