LA STORIA DEI MAYA

 

 
 
La civiltà dei Maya è una delle più grandi civiltà che il mondo abbia mai conosciuto. Il suo impero si estese per un millennio in quello che è oggi il Messico orientale, il Guatemala, il Belize e l’Honduras settentrionale. I Maya sono misteriosi come gli Etruschi e la loro storia presenta larghi vuoti, il maggiore dei quali riguarda la loro improvvisa decadenza: quando gli spagnoli giunsero in America, trovarono solo un popolo impoverito, stanco e dimentico del suo grande passato. Nei secoli successivi, esso venne del tutto dimenticato e la foresta tropicale coprì i templi e i palazzi, cancellandoli dalla vista. La provenienza dei Maya è ancora un mistero. Pare siano giunti dal Sud, ma in che epoca non si sa.  La loro terra era già abitata al tempo dei più antichi insediamenti mesopotamici: i ricercatori d'antropologia del Messico hanno rinvenuto degli strumenti di legno risalenti all’800 a.C.. Al 2500 a.C. sono stati datati strumenti agricoli, il che dimostra che ormai si trattava di popolazioni stabili e relativamente evolute. Fra questa data del neolitico e il 200 d.C. si sviluppa il periodo pre-classico della civiltà Maya, sul quale specialmente archeologi e storici dibattono. Il periodo ha inizio nel 242 della nostra età, anno in cui appare il grande capo Holon Chan alla testa del suo popolo, migrante dalle coste orientali dello Yucatan verso l’interno. Holon Chan fu il capostipite di una dinastia che era ancora al potere all’arrivo degli spagnoli. Egli fondò molte città in quello che oggi è lo stato Campeche, ed altre furono fondate dai suoi successori, finché questa itinerante popolazione non giunse nel Nord, dove si insediò in una grandissima pianura ad una sessantina di chilometri dal mare, avendovi trovato due enormi pozzi d'acqua pura. Lakin Chan, fondatore di una città che pare si chiamasse nei primi tempi Ucyabnal, fu un grande uomo, secondo l’opinione dei suoi discendenti, che probabilmente cedettero nel mitizzarlo, perché ne fecero un dio e gli attribuirono l’invenzione della scrittura geroglifica e l’introduzione dell’arco a tutto sesto, oltre alle capacità di curare i vivi e risuscitare i morti. Non c’è dubbio che diede impulso alla civiltà Maya, che si avviava al suo periodo di massimo fulgore. Nacquero altre città e l’ultima grande fondazione fu quella di Mayapàn, città dalle caratteristiche nuove. L’impero Maya non era però limitato alla parte centro-settentrionale dello Yucatan. Forse la definizione d'impero è impropria, perché doveva trattarsi di una civiltà più simile a quella greca che a quella romana, sia pure in qualche modo riconoscendo un’autorità centrale, conducevano una vita autonoma. Il periodo classico della decadenza ebbe inizio verso l’800, quando il fervore civile e culturale dei Maya incominciò a raffreddarsi e quando si cominciò a far sentire dall’esterno la pressione delle popolazioni ben più espansionistiche e bellicose. I primi ad essere investiti furono i centri del Chiapas. Alcuni storici credono che si sia trattato di vere invasioni, come quelle dell’Europa settentrionale, che calavano in massa, con donne, bambini e bestiame. Altri propendono per immigrazioni meno traumatiche, più protratte nel tempo, anche centinaia d’anni. Prima del Mille arrivò una migrazione tolteca. L’impero tolteco si trovava a quasi duemila chilometri di distanza, ragion per cui sembra evidente che lo spostamento durò moltissimo, forse decenni. Il grosso giunse a Mayapan forse un secolo dopo, quando la città maya si era già unita in federazione, a scopi difensivi e commerciali, il che avvenne nell’anno 1007. Non fu una conquista militare, ma un processo d’assimilazione, in cui i Toltechi e i Maya si scambiarono esperienze e conoscenze. Kulkukàn comunque divenne capo della coalizione. Sebbene si tratti di un periodo storico non remoto, gli avvenimenti di questi anni sono ancora mescolati al mito. Il potere passò nelle mani di un direttorio della Confederazione, che facilmente aveva fatto assassinare il vecchio cacicco, ma gli anni del Rinascimento non durarono ancora molto. Fra Chichen Itza, città facente parte della federazione, e Mayapàn scoppiò la guerra, per risorgenti contrasti per interessi. Vinse il cacicco di Mayapàn, grazie agli arcieri Toltechi che facevano parte delle sue forze. Seguì un periodo d’egemonia di Mayapàn che durò oltre duecento anni, dalla fine del dodicesimo secolo fino al 1441. Le cronache descrivono come sanguinosa la battaglia del 1441 che pose fine ad ogni dinastia dell’impero Maya. I capi sconfitti furono mandati sull’altare dei sacrifici e la popolazione fu sbandata. Negli ottant’anni che mancavano alla conquista, ciò che restava dell’impero Maya venne diviso in diciannove caciccati, ognuno dei quali governato localmente da proprie leggi, ma senza quasi alcun ricordo della grandezza passata. Dalle foreste si videro uscire popoli selvaggi e sanguinari, che mai avevano conosciuto la civilizzazione delle grandi città. Gli spagnoli erano destinati a fare brutti incontri. Il primo ad entrare in contatto con la gente maya fu Bartolomeo colombo, fratello di Cristoforo: il 30 luglio 1502 egli scorse una grande canoa sulla quale si trovavano 25 persone, tra cui alcune donne. Vi fu un tentativo di colloquio, ma tutto quello che Colombo poté capire era che essi venivano da Ovest e che vivevano in una zona ricca. Ben più drammatico fu il secondo incontro, nove anni dopo, a cominciare dal naufragio cui andò incontro un galeone carico d’oro che Vincente Nunez de Balboa aveva inviato in patria. Dopo un viaggio su una scialuppa, nove uomini dell’equipaggio approdarono sulle spiagge dello Yucatàn, dove furono catturati da una popolazione per nulla amichevole, che destinò il gruppo ai sacrifici degli dei. Vi furono in seguito altre spedizioni poco fortunate, in cui gli Indios ebbero generalmente la meglio, finché nel 1527 Francisco de Montejo non occupò Chichèn Itzà. Solo nel 1548 lo Yucatàn poté dirsi pacificato, e piccole popolazioni continuarono la resistenza. Infine, il popolo maya dei Lacandoni fino a pochi anni fa non aveva mai avuto contatti né con i conquistatori, né con i loro nipoti e pronipoti.