Colbert
Si dedicò immediatamente ad una vasta opera di riorganizzazione finanziaria che gli permise ben presto di raggiungere il pareggio di bilancio; nel 1667 gli introiti della corona erano più che raddoppiati e rappresentavano i due terzi dei tributi pagati dai Francesi. Tutto ciò non era ancora sufficiente: Colbert affrontò i limiti dell'economia nazionale, intervenne per difenderla dalla concorrenza straniera e per favorirne la crescita con le armi del mercantilismo. Nel 1664 e nel 1667 Colbert adottò provvedimenti volti a scoraggiare l'importazione di manufatti e a favorirne l' esportazione e istituì dazi sui vascelli stranieri che attraccavano nei porti francesi. Colbert intendeva rendere la Francia capace di contrastare la complessiva supremazia economica olandese e a tal fine era indispensabile promuovere l'espansione del commercio e delle manifatture. Inoltre migliorò le comunicazioni interne investendo risorse nella costruzione di nuove strade e nella manutenzione delle vecchie. Non trascurò neppure il commercio internazionale favorendo la costituzione di compagnie privilegiate, tentando di promuovere l'espansione coloniale affidandone la gestione alla Compagnia delle Indie Occidentali ed a quella delle Indie Orientali, ma con risultati deludenti. In campo manufatturiero migliorò la qualità delle industrie esistenti sottoponendole ad un controllo centrale attraverso le Corporazioni: ciò spiega il decreto del 1673 con cui Colbert ne impose l'istituzione in tutto il regno. Scarsa fu l'attenzione di Colbert per le campagne: infatti i provvedimenti rivolti all'agricoltura furono assai contenuti e talora controproducenti; ma non può essere addebitata a lui la grave crisi dell'agricoltura nell'epoca del suo ministero che va invece collocata in un quadro di carattere internazionale.