BLAISE PASCAL

INTERPRETAZIONI CRITICHE

 

La persona di Pascal è presto divenuta oggetto o strumento di polemica, sia di quella confessionale all’interno del cattolicesimo sia di quella aconfessionale e illuminista.

Bayle indica in Pascal "uno dei più sublimi spiriti del mondo", ma non manca di insinuare un sospetto di inumanità.

Diderot lo dichiara "pauroso e credulo; elegante scrittore e ragionatore profondo".

Mesnard "Malgrado numerose reazioni, la critica contemporanea resta ossessionata dall’immagine del Pascal romantico".

Voltaire "Mi sembra che in generale l’intento con cui Pascal scrisse questi Pensieri sia stato di mostrare l’uomo in una luce odiosa. Scrive contro la natura umana quasi come scriveva contro i Gesuiti ". Secondo Voltaire gli uomini non sono né così cattivi né così infelici come Pascal diceva. Tutto ciò che vediamo è un miscuglio di bene e di male, di piacere e di affanno. L’uomo è dotato di passioni per agire e di ragione per governare le sue azioni.

Chateaubriand: "C’era un uomo che a dodici anni aveva creato le matematiche; che a sedici anni aveva fatto un trattato sulle coniche, che a diciannove anni ridusse in una macchina una scienza che esiste nell’intelletto, che a ventidue anni dimostrò i fenomeni della pesantezza dell’aria e debellò uno dei grandi errori dell’antica fisica, questo spaventoso genio si chiamava Biagio Pascal."

F. De La Mennais: "Lo spirito possente di Pascal non sapeva sempre moderare la sua forza. E’ andato troppo in là ponendo l’uomo tra un dubbio assoluto e la fede nella rivelazione."

V. Cousin "La filosofia, in Pascal, interrogando male la ragione, non ne ottiene che risposte inadeguate; incapace di decidersi cade negli abissi dello scetticismo. L’uomo, in Pascal, non si rassegna però allo scetticismo del filosofo. La sua ragione non può credere ma il suo cuore ha bisogno di credere: ha bisogno di credere in un Dio."

P. Valery "Spavento, spaventato, spaventoso: così parla di ciò che lo circonda una delle più forti intelligenze che siano apparse. Essa si sente, si raffigura, si lamenta come una bestia in trappola. Pretende di essere fragile e circondata da ogni parte di pericoli, e di solitudine, da ogni causa di terrore e di disperazione. Non c’è cosa creata che non la richiami alla sua orribile condizione e questa la ferisce, quella la inganna, tutte la spaventano a tal punto, che la contemplazione non manca mai di farla urlare a morte.

A. Sainte Beuve " Si vede in lui alla prima occhiata uno spirito superiore a tutti i pregiudizi della società, ma al tempo

stesso uno spirito inquieto, ardente, malinconico, appassionatamente in cerca della Verità e di felicità".

F. Rauh " Pascal ha esaltato l’uomo morale "; così dice Rauh "è Dio che fa tutto in me, ma ciò che egli chiama Dio è appunto ciò che egli sente in sé di più alto e di più puro".

E. Boutroux "C'è in Pascal uno scienziato, un cristiano, un uomo. Ciascuno dei tre è un tutto, i tre non sono che uno. Ciò che egli respinge, in sostanza, è la filosofia".

L. Goldmann " I PENSIERI sono un esempio sommo di quei dialoghi solitari, dialoghi in cui tutto conta, in cui ogni parola conta tanto quanto le altre rivolgendosi indubbiamente "anche" agli uomini".

H. Gouhier " Pascal fu un uomo laico; matematico e fisico di professione, solo occasionalmente uomo di lettere, non intendeva fare ciò che i professori di teologia avrebbero fatto con una competenza che egli non si riconosceva. Pascal invitava il suo interlocutore a leggere le SCRITTURE."

I PENSIERI LE PROVINCIALI

ARTE E CULTURA NEL '600