Introduzione:
Tra il 1400 e il 1500 si profilano importanti
cambiamenti nell'organizzazione economica e industriale dell'Europa. Si
conclude la guerra dei Cent' Anni tra Francia e Inghilterra e ne emergono due
forti stati nazionali centralizzati. Con il Rinascimento i metodi feudali di
scambio lasciano il posto a sistemi commerciali più dinamici. I progressi
tecnologici nel campo dell'agricoltura, della tessitura, della lavorazione del
vetro e dell'estrazione mineraria danno luogo a un'espansione industriale. La
grande innovazione del secolo è l'invenzione della stampa, dovuta a Gutemberg.
Le navi e gli strumenti di navigazione vengono perfezionati e prima della fine
del secolo gli esploratori hanno a disposizione i mezzi necessari per
veleggiare ovunque. I successi ottenuti stimolano la fondazione di scuole di
navigazione, dove gli allievi ricevono un'educazione matematica e scientifica
senza lasciarsi ostacolare troppo dalle idee religiose che avevano condizionato
l'istruzione durante l'epoca medievale.
In campo politico aumenta la spinta verso la
sovranità nazionale, mentre si indebolisce l'autorità papale. Il processo di
consolidamento degli stati europei e il potere dei monarchi sulla nobiltà
cresce gradualmente grazie anche all'ostentato mecenatismo artistico e alle
ambiziose guerre in terra straniera. I Mori sono cacciati dalla Spagna,
unificata sotto Ferdinando e Isabella; Bisanzio cade sotto gli Ottomani nel
l453 determinando la chiusura del mediterraneo orientale a traffico cristiano.
Tuttavia ha inizio l'espansione europea verso occidente, grazie alle monarchie
spagnola e portoghese, che finanziano l'esplorazione di vie alternative per
raggiungere l'India, con la circumnavigazione dell'Africa. In Cina la dinastia
Ming ha contatti via mare con l'India e con l'Africa. In America lo stato Inca
raggiunge l’apogeo.
Le scoperte geografiche:
Il clima di iniziativa a di ardimento spirituale,
caratteristico de Rinascimento, doveva anche tradursi nel concepimento di
grandiosi progetti di viaggi oceanici e nelle scoperte di nuove terre
sconosciute, che avrebbero di colpo allargato gli angusti orizzonti geografici
del mondo medievale.
Infatti, come gli antichi, gli Europei
dell'età medievale tenevano per certo che il mondo abitabile fosse soltanto
costituito dalle terre che circondavano in Mar Mediterraneo; essi avevano
soltanto qualche notizia sulla Persia e sulle Indie e favoleggiavano di un
misterioso e lontanissimo Oriente del quale avevano parlato alcuni missionari e
mercanti, come Giovanni del Pian del Carpine e i Polo.
La spinta ai grandi viaggi di scoperta,
realizzati tra la fine del '400 e gli inizi del '500, fu determinata da un complesso
di motivi; l'incombenza dell'impero ottomano provocò lo sbarramento dei
traffici tra Oriente e Occidente, quindi ci fu una spinta degli europei a
cercare nuove vie di comunicazione; in secondo luogo, la diminuzione delle
riserve di metalli pregiati, forniti dalle vecchie ed esauste miniere europee,
faceva sentire più che mai acuto il desiderio di raggiungere i paesi
occidentali dove -si pensava- l'oro era presente in quantità enormi. In questa
età, in cui l'uomo acquista un senso pieno dell'importanza della vita terrena,
l'oro appariva quindi come strumento di forza, indispensabile a chi voleva
affermarsi.
La spinta determinante ai grandi viaggi fu
soprattutto la decisa volontà dei grandi paesi affacciati sull'Atlantico, come
il Portogallo e la Spagna; di strappare a Venezia il monopolio del commercio
delle spezie, quest'ultimo era particolarmente vantaggioso in quanto, con un
solo carico di questa preziosa merce, un armatore poteva ricavare
guadagni ingentissimi che lo ricompensavano largamente dei rischi.
T Portoghesi erano convinti che le
lontanissime Indie potessero venir raggiunte circumnavigando l'Africa, della
quale però non si conosceva l'estensione verso sud; diversamente gli Spagnoli,
sostenendo l'iniziativa di Cristoforo Colombo, mireranno a raggiungere
l'oriente procedendo verso Occidente, attraverso I 'Atlantico.
Questi grandiosi progetti poterono essere
tentati grazie anche ai notevoli progressi compiuti dalla tecnica di
costruzioni nautiche e della navigazione. Inizialmente vi erano tradizionali
imbarcazioni mediterranee, come la galera da cui deriva il luogo di pena
perché sulle galere veneziane i remi erano spesso manovrati dai delinquenti
comuni, incatenati ai banchi; o la caracca, prima forma di nave a vela munita
di tre o quattro alberi, ponti rialzati a poppa e a prua, un timone di poppa e
una barra di timone per governare la nave (nel 1500 pesano fino a 600
tonnellate), le quali non potevano affrontare le tremende tempeste oceaniche e
inoltre anche la tecnica dell'uso della velatura era molto rudimentale, sicchè
le vele potevano essere usate solo quando il vento spirava nella direzione
della rotta da percorrere.
Fra il '300 e il '400 comparve la cosiddetta
cocca, una nave di origine guascona, molto più agile rispetto ai navigli sino
allora in uso; in questo stesso periodo si perfezionò anche la velatura che
divenne più facilmente manovrabile e che, con opportuni accorgimenti tecnici,
poteva anche essere sfruttata anche in caso di vento contrario. La navigazione
controvento è una tecnica piuttosto tarda, in quanto la sua pratica attuazione
è stata resa possibile solo quando si è sviluppata la velatura e quando gli
scafi sono risultati più maneggevoli che in passato. Il criteri generale si
ispira alla possibilità di disporre le vele diagonalmente rispetto alla
direzione del vento: posto che esso soffi in senso contrario alla rotta da
seguire, un abile nocchiere, manovrando opportunamente il timone e badando a
mantenere in giusta posizione la velatura, riuscirà a mantenere una rotta obliqua
rispetto a quella voluta, spostandosi sensibilmente, poniamo, verso destra. Ad
un certo punto basterà invertire la disposizione delle vele e del timone e si
avrà una rotta obliqua verso sinistra, per cui a forza di manovre e con un
percorso a zig-zag, il naviglio potrà raggiungere qualsiasi meta. In ogni
singolo momento però la sua rotta deve formare con la direzione dalla quale
proviene il vento un angolo maggiore di 450
Nel ~400, sullo schema della cocca, venne
costruita la caravella, nave a vela, snella di corpo, con i fianchi
arrotondati, un solo ponte, due impalcature sopra coperta, tre alberi vele
quadre, questo fuil tipo di nave che prese parte alla leggendaria impresa di
Cristoforo Colombo. In seguito la caravella si trasformerà in galeone, questo
era fatto per la guerra, era un bastimento di alto bordo, come la caracca, ma
più grande, con la prora e la poppo rialzate, con quattro alberi: due a vele
quadrate e due a vele latine (triangolari); era inoltre armato di un gran
numero di cannoni.
La velocità della caravella su superata, di
poco, soltanto dagli enormi velieri del secolo XIX, i clippers.
Il progetto portoghese di circumnavigazione
dell'Africa era già stato anticipato, nel 1291, dai due fratelli genovesi Ugolino
e Vadino Vivaldi, i quali si erano spinti verso sud costeggiando le
coste africane, però non tornarono più dal loro viaggio e non si seppe più
niente di questi.
Verso a metà del '400 i Portoghesi ripresero
il tentativo in questa direzione, valendosi dell'esperienza marinara del genovese
Antoniotto Usodimare e del veneziano Alvise Ca' da Mosto; il
merito di questa serie di imprese va al principe portoghese Enrico il
Navigatore (1394-1460), il quale era cosi chiamato perché aveva fondato una
scuola di piloti ed era stato per lungo tempo il finanziatore e l'animatore di
questi viaggi di scoperta. Questi primi tentativi permisero ai Portoghesi di
raggiungere le isole del Capo Verde e la regione del Gambia, dove essi
fondarono le loro prime stazioni commerciali, che raccoglievano oro, avorio e
schiavi africani
Solo nel 1487 il portoghese Bartolomeo Diaz
potè raggiungere l'estremo limite meridionale dell'Africa e scoprire così,
in modo certo e definito, la possibilità di penetrare nell'Oceano Indiano.
Questo estremo lembo dell'Africa, chiamati in un primo momento Capo Tempestoso,
fu poi ribattezzato Capo di Buona Speranza..
Qualche anno più tardi, agli sforzi
portoghesi arrise il definitivo successo: nel 1497 Vasco da Gama, doppiato
il Capo di Buona Speranza, risaliva lungo le coste occidentali dell'Africa e,
attraversato l'Oceano Indiano, poteva toccare finalmente il porto di Calicut,
nell'India meridionale.