Il tratto più saliente
della religione azteca, quello che più impressionò i cronisti
spagnoli, è senza dubbio il sacrificio umano. Un'importante divinità,
Xipe, sembrerebbe personificare l'idea stessa del sacrificio umano tipicamente
azteco (ossia con esclusione dei sacrifici di bambini agli dei della pioggia,
comuni alle regioni andina e mesoamericana). In questo genere di sacrificio
si è voluto vedere una specie di mortificazione della materia in
vista di una rinascita "spirituale"; e Xipe, in verità, estendeva
la sua azione anche alla "liberazione" penitenziale, ottenuta di solito
con le scarificazioni. Il tutto è espresso con un simbolismo che
accoglieva analogicamente la sorte della pannocchia di mais, quando, spogliata
– o "scorticata" come Xipe, il cui nome significa appunto lo Scorticato,
o come la vittima sacrificale umana – mostra l'oro interiore dei grani
maturi. Durante le feste di Xipe avvenivano carneficine sacrificali: prigionieri
di guerra (di guerre sostanzialmente "rituali", distinte dalle guerre di
conquista), decapitati e scuoiati, erano i "sostituti" dei catturatori
che danzavano tenendo in mano le loro teste, mentre le pelli venivano indossate
da altri che rappresentavano la condizione migliore ottenuta con la morte.
Le carni della vittima erano ritualmente mangiate in un banchetto offerto
dal catturatore ai suoi amici. L'identificazione tra catturatore e vittima
è rilevata da vari fatti, tra cui: nella formula di cattura il vincitore
si dichiarava "padre" del vinto; egli non partecipava al pasto cannibalico
("Dovrei mangiare me stesso?", diceva); era compianto, quasi fosse colui
che doveva morire, e nel corso del rito veniva ornato di paramenti propri
delle vittime sacrificali. In tal modo il catturatore subiva, attraverso
la vittima, l'esperienza sublimatrice di morte e rinascita. E d'altro canto
ai prigionieri sacrificati si prospettava una sorte privilegiata nell'aldilà,
pari a quella dei caduti in guerra. Insomma il catturatore otteneva una
sua salvezza personale con una cerimonia che affonda le sue radici nella
pratica primitiva della caccia di teste e dell'antropofagia rituale. C'è
in più l'esperienza politeistica, rivelata dalla presenza di Xipe.
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