- Agricoltura
- Insediamenti
- Organizzazione socio-politica
- Vita quotidiana
- Commercio
AGRICOLTURA
Sebbene fossero inizialmente nomadi, in seguito si stabilirono nell’altopiano
del Messico, dove svilupparono un’economia prevalentemente agricola: qui
impararono a praticare la tecnica del maggese, l’irrigazione, costruirono
grandi giardini galleggianti, attuarono imponenti opere di bonifica intorno
al lago Texcoco. L’impero degli Aztechi era costituito per la maggior parte
da contadini. I principali prodotti agricoli erano mais, fagioli, pomodori,
peperoni, cotone, tabacco, cacao e meloni. Per quanto riguarda l’allevamento,
questo si limitava ad api, conigli, tacchini e ad una particolare razza
di cani senza pelo, destinati all’alimentazione.
Il commercio era florido ed effettuato mediante il baratto.
INSEDIAMENTI
La capitale dell’impero azteco era Tenochtitlan, l’odierna Città
del Messico. Questa città fu fondata intorno al 1330 ed arrivò
a comprendere 300.000 abitanti. Aveva pianta quadrata con lato di tre chilometri
circa e una superficie di circa 1000 ettari. Al centro vi era il tempio
del dio Huitzilopochtli, costruito su di un’isola rocciosa in mezzo agli
acquitrini, in una baia della laguna; era il centro religioso nazionale
e intorno ad esso sorgevano i palazzi imperiali
ORGANIZZAZIONE SOCIO-POLITICA
L’impero azteco era organizzato in distretti e il potere centrale era
detenuto da un re; questo era affiancato da un notevole apparato amministrativo
e da un consiglio supremo dotato di funzioni amministrative e giudiziarie.
La società era suddivisa in tre classi: schiavi, comuni e nobili.
Gli schiavi, che erano tali per nascita, potevano comprare la propria libertà,
o conquistarla, fuggendo e rifugiandosi nel palazzo reale. I comuni, o
maceualtin, possedevano a vita i lotti di terra sui quali costruivano le
loro case. La nobiltà comprendeva i nobili per nascita, sacerdoti
e coloro che si erano conquistati il rango, in primo luogo i guerrieri.
E’ da ricordare anche il ceto intermedio dei mercanti e degli artigiani,
i quali si trasmettevano il mestiere di padre in figlio.
VITA QUOTIDIANA
Presso la popolazione azteca i figli venivano allevati in famiglia
fino all’età di 15 anni. Dai 15 ai 20 anni erano affidati ad un
seminario per essere allevati dai sacerdoti o ad un collegio laico e per
essere educati da maestri guerrieri. I ragazzi venivano istruiti in "sezioni"
separate, in base al sesso. La frequentazione del seminario preparava al
sacerdozio o alla carriera di funzionario statale, quella del collegio
laico formava i cittadini medi, commercianti o artigiani. Per potersi sposare
bisognava terminare gli studi del collegio, che conferiva una specie di
"promozione" alla vita civile.
I giochi
Il gioco più popolare degli Aztechi era il patolli, una specie
di gioco dell’oca nel quale si muovevano delle perline colorate secondo
i punti dati da alcuni fagioli contrassegnati che fungevano da dadi.
C’era poi il gioco con la palla chiamato tlachtli,
che era diffuso in tutto il Messico. Questo era un gioco religioso che
veniva effettuato durante importanti festività. Si svolgeva in speciali
campi tra due squadre avversarie. Per fare un punto una squadra doveva
portare la palla nella meta dell’avversario. La palla poteva essere toccata
solo con le anche e le ginocchia; per questo poteva essere un gioco molto
duro e i giocatori spesso si ferivano o rimanevano addirittura uccisi.
Se una squadra riusciva a lanciare la palla attraverso un anello di pietra
posto sul muro del campo da gioco, vinceva subito la partita. Il vincitore
poteva prendersi i vestiti degli spettatori. Presso alcune tribù,
il capitano della squadra perdente veniva condannato alla decapitazione.
COMMERCIO
Il commercio, presso gli Aztechi, si basava sul baratto
e sull’opera dei mercanti. Questi, inoltre, avevano leggi e costumi propri,
dovuti alla loro grande importanza all’interno della società: essi
esportavano tessuti, cordami e ossidiana e importavano conchiglie, piume
tropicali, giada e cacao; percorrendo in lungo e in largo tutto il Messico,
mantenevano i rapporti tra le varie comunità e spesso avevano il
compito di riferire al re riguardo all’organizzazione delle varie città
che visitavano. Essi venivano rispettati da tutti e godevano di speciali
prerogative (per esempio, nei loro viaggi dovevano essere ospitati senza
riserve).
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